“La strategia del tritacarne”: morti 50mila soldati russi, Mosca fa strage di civili a Chernihiv

RMAG news

Gli occhi del mondo sono puntati su quanto sta succedendo in Medio Oriente con l’escalation di violenza degli ultimi giorni. Ma il fronte Russo- Ucraino resta caldo, anzi, caldissimo. E Putin sarebbe disposto a sacrificare moltissime vite umane pur di far avanzare la linea del fronte. La BBC l’ha chiamata “Strategia del tritacarne”: mandare ondate di soldati senza sosta in prima linea per cercare di logorare le forze ucraine ed esporre la loro artiglieria. E fin ora i soldati russi morti in questo ‘tritacarne’ sarebbero almeno 50mila. Di più e non di meno.

“La strategia del tritacarne” secondo la BBC

Ondate di soldati russi sarebbero stati mandati a morire al fronte. Un metodo che, secondo uno studio della Bbc e del media indipendente russo Mediaziona, ha decretato la morte di oltre 50mila soldati russi, 27.300 solo nel secondo anno di guerra, in crescita del 25% rispetto al primo anno. La stima è otto volte l’ultimo bilancio ufficiale reso noto da Mosca e risalente al settembre 2022, anche se il numero effettivo di russi morti potrebbe essere molto più alto. A questi si aggiungono anche i 30 soldati russi uccisi nella notte tra martedì e mercoledì da un attacco diretto contro l’aeroporto militare russo di Dzhankoy, nella Crimea occupata. Il raid è stato attribuito al gruppo di partigiani filo-ucraini ‘Atesh’, che ha riferito sui social la morte di almeno 30 militari russi e il ferimento di oltre 80, oltre ad aver annunciato di aver distrutto il lanciatore e altre parti meccaniche di un sistema anti-aereo S-400.

Un calcolo fatto dalla BBc e basato sull’osservazione delle immagini satellitari, ricerche sul campo e interviste. Ad esempio, come riportato da Repubblica, il cimitero di Bogorodskoye a Ryaza, 200 chilometri a sud di Mosca, ha aggiunto una nuova, intera sezione dall’ottobre 2021 a oggi. E queste nuove sepolture sarebbero tutte di soldati russi. Una vera e propria carneficina. “Ondate umane di assalti frontali, spesso inefficaci”, secondo l’Institute for the Study of War. Un metodo per logorare gli ucraini ed esporli al fuoco russo. Un costo altissimo per la Russia.

All’inizio della guerra a morire erano professionisti della guerra, militari e ufficiali di Mosca che cadevano sul fronte ucraino. Ma poi qualcosa è cambiato. In totale, a oggi il 40% dei caduti sono reclute che, al momento dello scoppio della guerra nel febbraio 2022, non avevano nulla a che fare con l’esercito di Mosca. Questo perché molti soldati russi professionisti sono stati uccisi e feriti, e nel frattempo sono stati arruolati galeotti, civili o volontari per rimpiazzarli. Secondo la BBc sarebbero stati soprattutto gli ex prigionieri i principali sacrificati.

La strage di civili a Chernihiv

Missili da crociera Iskander lanciati dall’esercito di Mosca hanno invece preso di mira un palazzo di 8 piani nel centro di Chernihiv, città nel nord dell’Ucraina. Almeno 17 persone sono morte mentre oltre 60 sono rimaste ferite, tra cui anche bambini. L’attacco ha danneggiato anche quattro palazzi, un ospedale, un istituto di istruzione superiore e decine di automobili. “Questo non sarebbe successo se l’Ucraina avesse ricevuto sufficienti attrezzature di difesa aerea e se fosse stata sufficiente anche la determinazione del mondo nel contrastare il terrorismo russo”, sono state le parole critiche del presidente ucraino Volodymyr Zelensky rivolte agli alleati occidentali e agli Stati Uniti in particolare, dove sabato dovrebbe essere messo al voto un nuovo pacchetto di aiuti per Kiev fortemente osteggiato e rallentato dal Partito repubblicano. Zelensky ha denunciato la situazione in un colloquio telefonico con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha deciso di convocare per venerdì 19 aprile un consiglio Nato-Ucraina. Stoltenberg ha anche esortato i membri dell’Alleanza: “Inviate di più all’Ucraina”.

L’appello di Zelensky al G7 di Capri

Anche il G7 in corso a Capri ha raccolto l’appello del leader di Kiev e ha previsto al centro di una delle sessioni di lavoro, a cui parteciperà anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, il tema dell’esigenza di rafforzare la capacità difensiva dell’Ucraina contro droni e missili russi, anche alla luce del supporto dell’Occidente alla difesa israeliana contro l’attacco lanciato dall’Iran sabato scorso.

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