L’Onu chiede il cessate il fuoco, cosa cambia nella guerra di Gaza

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La sanzione ufficiale viene dal Palazzo di Vetro: Israele è isolato nel mondo. Dopo mesi di stallo il Consiglio di Sicurezza ha finalmente approvato una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza.

Nel documento, che ha ottenuto 14 voti a favore e l’astensione degli Usa, si “chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie”.

L’adozione è stata salutata con un lungo applauso. L’astensione Usa è vissuta dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu molto più di un tradimento.

Una dichiarazione di guerra. Prima del voto, Netanyahu aveva affermato che se gli Stati Uniti non avessero posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, avrebbe annullato la delegazione israeliana a Washington, guidata dal ministro degli Affari strategici Ron Dermer e dal consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi. E così è stato.

Il viaggio è stato pianificato su richiesta del presidente americano Joe Biden dopo la sua telefonata con Netanyahu la scorsa settimana, la prima in un mese. “Il Consiglio di Sicurezza Onu ha appena approvato una risoluzione tanto attesa su Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato e il rilascio di tutti gli ostaggi. Questa risoluzione deve essere attuata, un fallimento sarebbe imperdonabile”.

Così il segretario generale Antonio Guterres ha commentato il via libera del massimo organismo decisione delle Nazioni Unite alla bozza sulla tregua a Gaza. Da New York a Bruxelles.

L’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, ha accolto con favore «l’adozione dell’odierna risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su Gaza.  Richiede un cessate il fuoco immediato durante il Ramadan, che porti al rilascio duraturo e incondizionato di tutti gli ostaggi e sottolinea la necessità di espandere il flusso di aiuti e proteggere i civili» scrive su X, chiedendo «un’attuazione urgente» della risoluzione «da parte di tutti».

La rabbia del governo di Gerusalemme è incontenibile «Israele non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non sarà tornato a casa», avverte il ministro Esteri israeliano Israel Katz su X, dopo la risoluzione votata all’Onu. Ma la rabbia non cancella la realtà. Israele si scopre sempre più isolata nel mondo. Il capolavoro alla rovescia di Benjamin Netanyahu.

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