Omicidio di Carlo La Duca, ergastolo per la moglie Luana e l’amante: il corpo mai ritrovato dopo 4 anni

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Ergastolo, il massimo della pena. È la sentenza di condanna emessa dai giudici della Corte d’Assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, nei confronti di Luana Cammalleri (36 anni) e Pietro Ferrara (57 anni), i due amanti di Cerda accusati di aver ucciso il marito della donna, Carlo La Duca, e di averne poi fatto sparire il cadavere che non è mai stato trovato.

A riferirlo è l’Ansa, che sottolinea come i due fossero presenti nell’aula di tribunale alla lettura del verdetto. Cammalleri e Ferrara, amico della vittima e ultima persona che l’avrebbe visto vivo, hanno sempre respinto le accuse: entrambi all’epoca dei fatti andarono più volte in tv per lanciare appelli per ritrovare La Duca.

L’omicidio di Carlo La Duca

La Duca, 38enne imprenditore agricolo di Cerda, provincia di Palermo, scomparve nel nulla la mattina del 19 gennaio 2019. Secondo quanto ricostruito dalle indagini di forze dell’ordine e procura, uscì di casa alle 8:07 per recarsi a Cinisi dove ad attenderlo c’era la nuova compagna, per trascorrere il fine settimana insieme.

Prima di arrivare si fermò nel terreno di Ferrara a Ciaculli dove, secondo i pm, l’imprenditore ha trovato la morte. Resta però un mistero, non scoperto neanche in sede processuale, dove i due imputati si sarebbero disfatti del corpo.

Il tragitto della Volkswagen di La Duca fu seguito grazie al gps. La vettura fu trovata in via Salvatore Minutilla a Cardillo. Alle 10:48 l’auto dell’imprenditore ripartì: secondo i pm l’uomo era già morto e a guidare era Ferrara. Dietro, in una Fiat Punto bianca, ci sarebbe stata Luana Cammalleri, l’ex moglie che avrebbe partecipato al delitto.

Le relazioni “parallele”

Resta un mistero anche il movente dell’omicidio: La Duca infatti non sarebbe mai stato un ostacolo alla loro relazione, visto che lui stesso frequentava alla luce del sole un’altra donna.

In prima battuta gli investigatori non si erano accorti in realtà della relazione sentimentale tra gli imputati, emersa soltanto ascoltando delle intercettazioni che svelarono come ad esempio che i due parlando di La Duca avrebbero usato il passato, lo avrebbero insultato – lo chiamavano “la bestia” – e anche che Cammalleri avrebbe ripetutamente sognato il marito e le sarebbe apparso “come un santo, come un angelo che mi vuole fare sentire in colpa“.

Da parte sua in fase processuale Cammalleri si è difesa sostenendo di non c’entrare nulla con la sparizione del marito, che pure aveva accusato di essere violento: ai giudici aveva raccontato che quella mattina il marito avrebbe incontrato altre tre persone e che sarebbero state queste a sbarazzarsi di lui

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