Perché Israele bombarda Damasco, l’Iran promette vendetta e accusa gli Usa

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Hanno colpito a Damasco. Continuano a farlo in Libano. Chi governa Israele ha in mente una cosa sola: la guerra totale in Medio Oriente. Il bilancio dell’attacco in più fasi attribuito Israele, che lunedì ha distrutto il consolato iraniano a Damasco, è salito a 13 morti, tra cui sette membri delle Guardie rivoluzionarie iraniane, ha riferito la televisione iraniana.

Il primo bilancio era di 11 morti. “Nell’attacco effettuato dal regime sionista contro il consolato dell’ambasciata iraniana nella capitale siriana, sono stati uccisi sette iraniani e sei siriani”, ha affermato la tv della Repubblica islamica.

Tra le sette vittime, l’alto ufficiale dei Guardiani della rivoluzione iraniana Mohammad Reza Zahedi, responsabile del rifornimento di armi alle milizie Hezbollah in Libano.Il malevolo regime di Israele sarà punito per mano dei nostri coraggiosi uomini”.

Lo ha affermato la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, promettendo una reazione di Teheran per il raid contro l’edificio consolare dell’ambasciata iraniana a Damasco, attribuito a Israele. Li faremo pentire per questo crimine, ha aggiunto Khamenei, come riporta la tv di Stato iraniana.

L’Iran ha inviato un messaggio «importante» agli Stati Uniti all’indomani del raid israeliano sul compound diplomatico della Repubblica islamica a Damasco. Lo ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna, precisando che il messaggio è stato inoltrato attraverso la Svizzera, Paese che cura gli interessi degli Usa nella Repubblica islamica dalla crisi degli ostaggi del 1979.

L’Irna non ha aggiunto dettagli sul messaggio, ma ha riferito che secondo l’Iran, gli Usa hanno «responsabilità» per il raid. Gli Stati Uniti hanno informato l’Iran di “non essere coinvolti” e di non essere stati messi al corrente da Israele del raid su un compound diplomatico a Damasco.

Lo riporta Axios, citando un funzionario statunitense. Secondo il portale di notizie, un portavoce del consiglio di Sicurezza nazionale ha assicurato che gli Stati Uniti “non sono stati coinvolti nell’attacco e non ne erano stati messi a conoscenza”. Un alto funzionario americano ha precisato che gli Usa “hanno comunicato questo direttamente all’Iran”.

“Stiamo lavorando ovunque per impedire il rafforzamento dei nostri nemici”. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un intervento in Commissione alla Knesset in un primo indiretto riferimento all’attacco a Damasco contro un comandante dei pasdaran iraniani.

“Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è esigere un prezzo molto alto per qualsiasi azione contro Israele”. Quella messa in atto da Israele in Libano e Siria è una escalation militare pianificata, concordano analisti a Tel Aviv e Beirut.

Prima ha colpito basi Hezbollah lontane dal confine, sin nella Valle della Beqa’ o in aree del nord del Libano mai colpite neppure in altre guerre. Poi ha bombardato i valichi tra Iraq e Siria dove passano i convogli di armi che l’Iran invia agli alleati libanesi.

Quindi ha distrutto magazzini di armi Hezbollah in Iraq e Siria. Imponente l’esplosione all’aeroporto di Aleppo. Infine, l’altro ieri il raid in un Paese non impegnato nel conflitto (la Siria) e contro un edificio diplomatico (per convenzione zona franca).

La Forza di interposizione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) ha confermato che quattro suoi osservatori sono stati feriti a causa di un lancio di un drone conto un veicolo a Rmeish, nel sud del Libano.

“Prendere di mira i nostri osservatori è inaccettabile», ha affermato Unifil, aggiungendo: “Stiamo conducendo un’indagine sulle cause dell’esplosione nei pressi della pattuglia di osservazione nel sud del Libano”. In precedenza, le Forze di difesa di Israele (Idf) avevano smentito di aver attaccato il veicolo della missione.

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