Perché Israele ha bombardato tre auto della Ong WCK a Gaza, “Crimine imperdonabile”

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Ora, tutti, o quasi, si dicono indignati, inorriditi. Chiedono che sia fatta piena luce, che si conduca una indagine indipendente. Ora chiedono conto a Israele di un modus operandi che va avanti da quasi sette mesi, e che ha provocato oltre 32mila morti, in maggioranza donne, adolescenti, bambini.

Dopo la “strage degli affamati”, ecco la “strage degli operatori umanitari”, massacrati mentre distribuivano cibo ai disperati di Gaza. Sette gli operatori umanitari della ong World central kitchen morti in un raid israeliano su Gaza.

Lo riferisce la stessa Wck in una nota, nella quale si dice «devastata nel confermare che sette membri del nostro team sono stati uccisi in un raid delle Idf». Le sette vittime sono di nazionalità australiana, polacca, britannica, palestinese e con doppia cittadinanza americana e canadese.

Dei sette operatori umanitari uccisi a Gaza, nel raid israeliano sulla distribuzione di aiuti, restano immagini crude – che documentano una esecuzione a freddo – e la decisione di World Central Kitchen di «interrompere immediatamente le nostre operazioni nella regione».

Il solo divulgato e accertato, tra quelli delle vittime, è il nome dell’australiana Lalzawmi Frankcom, detta Zomi: 43 anni, originaria di Melbourne, appena una settimana fa compariva in un video girato dalla Ong proprio a Gaza.

Gli altri volontari provenivano da Polonia, Regno Unito, Canada— uno, con doppia cittadinanza degli Stati Uniti — e dalla Palestina. Sui social circolano le foto dei passaporti aperti e quindi anche i primi nomi: come quello del polacco Damian Rafal Sobol, classe 1988, e del palestinese Saif Essam Abu Tala.

Il fondatore della World Central Kitchen, lo chef Jose Andres, ha confermato sui social media che “molti” membri del personale dell’organizzazione sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano, dicendo che aveva “il cuore spezzato e addolorato per le loro famiglie, i loro amici e tutta la nostra famiglia WCK”.

“Questa è una tragedia. Gli operatori umanitari e i civili non dovrebbero MAI essere un bersaglio. MAI”, ha scritto su X World Central Kitchen. Il raid israeliano nel quale sono rimasti uccisi sette operatori umanitari internazionali di World central kitchen “non è solo un attacco contro Wck, è un attacco alle organizzazioni umanitarie che si presentano nelle situazioni più terribili, dove il cibo viene usato come arma di guerra. È imperdonabile”.

Lo ha denunciato in una nota Erin Gore, l’amministratore delegato della Ong. Il team di Wck, si ricorda in un comunicato, “viaggiava a bordo di due auto blindate con il logo” della Ong e, “nonostante i movimenti fossero stati coordinati con le Idf, il convoglio è stato colpito mentre lasciava il deposito di Deir al-Balah, dove il team aveva scaricato più di 100 tonnellate di aiuti alimentari umanitari” arrivati a Gaza attraverso il corridoio marittimo da Cipro.

È stata una esecuzione mirata. Un drone dell’esercito israeliano ha sparato ripetutamente al convoglio di aiuti del Wck dopo che «i soldati hanno pensato che terroristi armati fossero nel gruppo». Lo ricostruisce un rapporto di Haaretz che cita fonti anonime della sicurezza a conoscenza dell’accaduto.

Secondo lo stesso giornale, «un drone Hermes 450 ha tirato tre missili in rapida successione» nonostante sul tetto dei veicoli fosse chiaramente indicato che appartenevano al Wck. La decisione – ha proseguito il rapporto – è stata presa da un’unità a guardia del percorso di trasporto degli aiuti.

Dichiara sul suo profilo X la Direttrice Generale dell’Unicef Catherine Russell: “Tutti noi dell’Unicef siamo sconvolti dall’uccisione di un team di World Central Kitchen che lavorava per portare cibo a bambini e famiglie affamate a Gaza. I nostri pensieri sono rivolti alle loro famiglie e ai loro colleghi. Le vite degli operatori umanitari e delle persone che assistono DEVONO essere sempre protette!”.

L’uccisione di sette membri dello staff di World Central Kitchen, “non è un incidente isolato”. Lo ha detto l’alto funzionario delle Nazioni Unite per il coordinamento degli aiuti umanitari a Gaza, Jamie McGoldrick.

“Almeno 196 operatori umanitari sono stati uccisi” a Gaza dall’ottobre 2023 al 20 marzo, ha affermato McGoldrick in una nota. “Si tratta di quasi tre volte il bilancio delle vittime registrato in un singolo conflitto in un anno”, ha aggiunto.

Lo sfregio alla memoria di quegli “angeli della solidarietà” viene dall’uomo che guida Israele. “Le Forze di Israele hanno colpito involontariamente persone innocenti nella Striscia di Gaza”, dichiara il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, citato dall’emittente «Kan», sottolineando che questo «può succedere in guerra».

«Verificheremo fino in fondo i fatti», ha tuttavia assicurato il premier dello Stato ebraico, aggiungendo: «Faremo di tutto affinché ciò non accada più». Faremo di tutto. Cioè niente. Avanti verso altri crimini.

La mattanza continua. E il mondo fa finta di indignarsi. Israele dovrebbe «fare di più per proteggere le vite dei civili innocenti», dice il segretario di Stato Usa Antony Blinken a Parigi. E così si lavano la coscienza.

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