Salario minimo comunale: cos’è e le esperienze di Bacoli, Firenze e Livorno

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Mentre a livello nazionale la polemica tra maggioranza e opposizione sul salario minimo non ha dato seguito a nessun provvedimento concreto, a livello locale, alcuni comuni hanno fatto importanti passi avanti. È il caso di città come Bacoli (in provincia di Napoli), Firenze, Livorno e la piccola Pollezzano, nel Salernitano. Dunque, è nato il salario minimo comunale. Ovvero, i dipendenti del comune o delle ditte appaltatrici delle amministrazioni comunali in questione, dovranno essere pagati con uno stipendio di almeno 9 euro l’ora.  Lo scorso 19 marzo il sindaco del capoluogo toscano, Dario Nardella, ha annunciato su Facebook: “A Firenze il salario minimo è realtà! Siamo la prima città italiana ad applicare questa misura di civiltà in tutti gli appalti del Comune: nessuno dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora. Grazie all’assessora Sara Funaro per questa proposta innovativa. Orgoglioso di questo grande risultato“. Sempre sui social, il sindaco Francesco Morra di Pollezzano, ha scritto quattro giorni dopo:

Che cos’è il salario minimo comunale

La tutela della retribuzione minima salariale è una priorità che il Comune di Pellezzano ha inteso rispettare attraverso l’approvazione di un’apposita delibera di Giunta che sancisce l’applicazione di questo principio Costituzionale. E’ quanto indicato nell’approvazione del provvedimento dell’Esecutivo numero 34 del 21 marzo 2024 rubricato ‘Tutela della retribuzione minima salariale nei contratti del Comune di Pellezzano’. Con questa delibera, approvata all’unanimità, il Comune di Pellezzano assume una serie di impegni tra cui quello di promuovere incontri con le organizzazioni sindacali al fine di verificare come raggiungere l’obiettivo per l’Amministrazione Comunale che tutti i contratti in essere prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora. ‘L’indirizzo posto alla base di quest’atto deliberativo è quello di seguire le indicazioni dettate dal Consiglio dell’Unione Europea che ha dato il via libera definitivo alla direttiva che introduce un minimo salariale adeguato nei Paesi UE per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori e rafforzare i CCNL“.

I casi di Bacoli, Firenze e Livorno

Ha scritto su Facebook il primo cittadino della cittadina flegrea: “È una svolta epocale! Abbiamo approvato la delibera che introduce il salario minimo a Bacoli, in tutti gli appalti e le concessioni comunali. Chi lavorerà per il Comune, o chi si aggiudicherà una concessione demaniale o comunale, dovrà assicurare che nessun lavoratore dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora. Così difendiamo i bagnini, i barman, gli operai e i lavoratori sottopagati. Così difendiamo gli imprenditori perbene, della nostra città, che pagano stipendi dignitosi. Dalla spiaggia ai cantieri, dagli ormeggi alle mense, dai servizi esternalizzati ai servizi sociali ed ai lavori pubblici. Una svolta per un territorio in cui troppo spesso si è assistito a giovani, donne, padri di famiglia, trattati come schiavi. Un fatto gravissimo. Soprattutto quando ciò accade in spazi di proprietà pubblica.

Il post del sindaco Josi Gerardo Della Ragione

Così vogliamo mettere fine alla piaga dei ‘prenditori’, e non imprenditori, che mortificano la nostra comunità. L’amministrazione comunale verificherà che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo di 9 euro l’ora. È una misura di dignità. A cui teniamo tanto. Ringrazio l’assessore Vittorio Ambrosino che ne è stato promotore, a nome del popolo bacoelse. Una delibera di giunta che entra nella storia del nostro paese. E che dedichiamo a quanti nella nostra terra, da sempre, hanno lottato per i diritti dei lavoratori. Politici, sindacalisti, operai. Una battaglia identitaria, una battaglia di tutti. Permettetemi una dedica speciale al compianto Giuseppe Scotto di Luzio, che ci ha stimolato a lavorare su questo argomento così importante. Insieme, superiamo ogni ostacolo. Ed il meglio deve ancora venire. Un passo alla volta“.

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