Salvini, Travaglio e Minniti sbugiardati: quanti morti è costata la bufala dei taxi del mare?

RMAG news

Il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere. Il processo contro l’equipaggio della Iuventa e gli operatori di Msf e di Save The Children accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina non si farà. Il fatto non sussiste.

L’opera sistematica di diffamazione contro le Ong (di governi, partiti, giornali e pezzi di magistratura) è stata sconfitta clamorosamente. La Iuventa fu sequestrata sette anni fa. Nel 2017. Era in corso una selvaggia campagna di attacco alle Ong.

Spinta da Salvini ma guidata in gran parte dal governo di centrosinistra, dal ministro Minniti (pd) e da alcune procure sostenute dai Cinque Stelle, che inventarono lo slogan (piuttosto infame) dei “taxi del mare”, rilanciato dal Fatto di Travaglio.

Diciamo che in politica dominava l’asse Minniti-Travaglio-Salvini, e nella magistratura i Pm che non amavano le Ong. Sostenevano che le Ong erano d’accordo con gli scafisti. Finalmente questa indecente idiozia non potrà più essere detta.

Dal 2017 ci sono voluti sette anni – sette – fino a ieri mattina, perché un giudice proclamasse ufficialmente che il fatto non sussiste. Adesso resta solo da aspettare le scuse – sebbene inutili – di Travaglio, Minniti e Salvini (e di parecchi altri) e da calcolare i danni provocati dall’azione giudiziaria.

Sul piano economico i danni ammontano a tre milioni spesi per sostenere le indagini preliminari. E poi ci sono i danni altissimi provocati alla nave Iuventa, abbandonata senza manutenzione in un porto e ora in disfacimento. Sul piano umano il danno è molto più grave. Difficile fare conti precisi, ma qualche cifra può essere esaminata.

La Iuventa nella sua breve vita precedente al sequestro aveva salvato quasi 15 mila naufraghi. Quanti ne avrebbe salvati se avesse continuato a stare in mare questi sette anni? Quante vite umane sono il costo di questa operazione politico-giudiziaria? E quanti altri si sarebbero potuti salvare a bordo di altre navi delle Ong bloccate nei porti dai prefetti per mesi e mesi?

Sicuramente molte centinaia di persone, forse migliaia, hanno pagato con la vita un’operazione di propaganda politica e la leggerezza di un pezzetto di magistratura. Certo, non ci sono responsabilità penali individuali in questo spaventoso disastro umanitario, però i responsabili morali sono ben visibili.

Chissà se di fronte alla evidenza dei fatti sentiranno il peso delle loro scelte politiche o se continueranno a difenderle, e a farne strumenti di propaganda politica o editoriale.

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