Strage di Suviana, recuperato il corpo dell’ultimo disperso: con Vincenzo Garzillo sale a sette il bilancio finale

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Al quarto giorno di ricerche è stato recuperato il corpo dell’ultimo lavoratore disperso nell’esplosione della centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi, sul lago di Suviana in provincia di Bologna.

Pur non essendo stato ufficialmente identificato, come reso noto dalla Prefettura di Bologna, non vi sono dubbi che il corpo appartenga al 68enne napoletano Vincenzo Garzillo, l’ultimo operaio che ancora mancava all’appello.

Andato in pensione due anni fa, Garzillo dal 1978 ha lavorato come tecnico in Enel fino alla pensione nel settembre 2022: era poi diventato consulente di una società di ingegneria, la Lab Engineering di Chieti. A Bargi svolgeva il ruolo di supervisore per le operazioni di riattivazione dei macchinari per conto della Lab Engineering.

Le ricerche dei dispersi di Suviana

Al lavoro nell’area della centrale idroelettrica erano al lavoro circa 200 persone per le ricerche, che si stavano ormai contrando al piano -9 dell’impianto energetico, sotto il livello del lago, dove ieri era state trovate altre tre vittime.

Erano quattro le persone che risultavano disperse dopo il disastro, tre delle quali – il 59enne Paolo Casiraghi, il 37enne Alessandro D’Andrea e il 57enne Adriano Scandellari – erano state ritrovate ieri.

Le altre vittime sono Pavel Petronel Tanase, di Settimo Torinese, 45 anni; Mario Pisani, di San Marzano di San Giuseppe, 73 anni; Vincenzo Franchina, di Sinagra (Messina).

L’esplosione nella centrale idroelettrica

L’esplosione si è verificata martedì pomeriggio nel locale delle turbine all’ottavo piano, la struttura è costruita per la maggior parte sotto il livello dell’acqua del lago di Suviana.

Le operazioni di ricerca erano state rallentate dalle condizioni estreme: scarsa visibilità, allagamento e macerie ai livelli più profondi. I soccorritori erano riusciti a raggiungere i piani inferiori della centrale solo mercoledì sera. L’acqua si è alzata nella notte tra martedì e mercoledì, ha allagato parte dell’ottavo piano tra 40 e 45 metri di profondità. Il problema era una condotta che continuava a scaricare acqua all’interno della centrale. Per aiutare le ricerche è stato anche abbassato il livello dell’acqua del lago di Suviana.

Il comandante provinciale dei vigili del Fuoco Calogero Turturici aveva spiegato che l’esplosione ha colto le vittime “probabilmente mentre stavano scappando, visto che i corpi sono stati ritrovati nel percorso di fuga“.

Gli operai non hanno avuto scampo. “Ci sono state persone che sono riuscite a scappare, non c’è stato un evento istantaneo che ha impedito loro di tentare una via di fuga. Secondo quello che è successo, in base a dove abbiamo trovato le prime vittime e alle persone rimaste ferite ma salve, è verosimile che tutti abbiano avuto la possibilità di muoversi dal loro posto di lavoro, così come chi era dentro un tentativo di evacuazione l’ha compiuto”.

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