Von der Leyen e il “Pfizergate”, l’inchiesta europea alla vigilia del voto: il caso degli sms segreti per il vaccino

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La complicata corsa di Ursula von der Leyen ad un secondo mandato da presidente della Commissione europea, dopo aver ottenuto tra molti mugugni e distinguo il ruolo di “Spitzenkandidat” del Partito Popolare Europeo, ovvero di candidato presidente del principale gruppo di centrodestra al Parlamento di Strasburgo, rischia uno stop di natura giudiziaria.

L’ex ministra della Difesa della Germania, secondo quanto riferisce Politico, potrebbe essere chiamata a rispondere per “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di Sms, corruzione e conflitto di interessi” nell’ambito delle indagini sulle trattative tra la Commissione europea e il gigante della farmaceutica Pfizer-BioNTech per i vaccini contro il Covid-19.

Von der Leyen e i messaggi con l’AD di Pfizer

Nel mirino ci sono i rapporti tra von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. Al centro dell’inchiesta della Procura europea (Eeppo), già ribattezzata dai quotidiani “Pfizergate” ma al momento senza indagati, c’è però un presunto scambio di messaggi tra von der Leyen e Bourla di cui aveva scritto già nel settembre 2021 il New York Times: ad oggi la Commissione Ue si è rifiutata di rendere noto cosa contenessero i messaggi che hanno portato 1,8 miliardi di dosi di vaccino nell’Ue nell’ambito di un affare dal valore stimato che supera i 20 miliardi di euro. Il quotidiano della ‘Grande Mela’ aveva anche citato nel gennaio del 2023 la presidente von der Leyen davanti alla Corte di giustizia dell’Ue per la mancata pubblicazione dei messaggi.

L’indagine della Procura europea, inizialmente partita dalla Procura belga di Liegi nel 2023 a seguito di un esposto presentato da un lobbista locale, Frédéric Baldan, e poi passata di mano alle autorità europee, punta dunque a stabilire se nella trattativa ci sia stata “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di sms, corruzione e conflitto di interessi”. Alla denuncia di Baldan si erano aggiunti due Paesi membri dell’Ue, ovvero l’Ungheria di Viktor Orban e la Polonia di Mateusz Morawiecki, entrambi da sempre critici con le istituzioni europee: dopo la vittoria di Donald Tusk nelle recenti elezioni presidenziali polacche, il governo di Varsavia aveva però ritirato l’atto.

L’indagine europea sul Pfizergate

Col passaggio del fascicolo alla Procura Europea, i magistrati avranno il potere di sequestrare i telefoni degli interessati in tutti i Paesi dell’Unione. Politico spiega che l’Eeppo “sta indagando su presunti reati penali” ma “nessuno è stato ancora accusato in relazione al caso”.

Il contratto “dello scandalo” tra Unione Europea e Pfizer-BioNTech è stato rinegoziato a maggio dello scorso anno: Politico in una sua inchiesta di dicembre 2023 ha reso noto che i Paesi membri dell’Ue hanno gettato circa 215 milioni di dosi per un valore di 4 miliardi di euro.

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