Accuse di scambio di voti: arrestati il sindaco di Triggiano Antonio Donatelli e il marito dell’assessora Maurodinoia

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Arrestati, e messi ai domiciliari, il sindaco di Triggiano, comune in provincia di Bari, Antonio Donatelli, e Sandro Cataldo, referente0del movimento politico Sud al Centro oltre che marito dell’assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia, che si è dimessa in mattinata. L’accusa è di corruzione elettorale, non c’è la contestazione di voto mafioso. L’inchiesta è della Direzione distrettuale antimafia che ha indagato su una presunta compravendita di voti per due tornate elettorali. Dieci gli indagati in tutto. Scambio di voti, l’ipotesi: 50 euro l’uno.

L’indagine era stata avviata dopo il ritrovamento, il 6 ottobre del 2021 in un cassonetto per l’immondizia, di frammenti di fotocopie di documenti d’identità e codici fiscali. Dei dieci indagati uno è stato tradotto in carcere, sette destinati ai domiciliari tra cui un consigliere circoscrizionale di Bari della lista Sud al centro, Armando De Francesco, consigliere municipale tra il 2014 e il 2019. Due i divieti di dimora nel Comune di Triggiano. L’assessora Maurodinoia, Partito Democratico, soprannominata “Lady Preferenze”, per i risultati alle comunali di Bari del 2019 e alle Regionali del 2020, si è dimessa. È indagata.

Le accuse

Secondo l’indagine della procura di Bari, condotta dai carabinieri, le tornate elettorali del 20 e 21 settembre 2020 a Grumo Appula e del 3 e 4 ottobre 2021 a Triggiano sarebbero state orientate le preferenze di voto di numerosi elettori, attraverso il pagamento di denaro ed altre utilità. Scopo delle presunte operazioni a Triggiano la rielezione dell’allora sindaco e di altri due- consiglieri comunali, non destinatari dell’odierna misura cautelare.

Le indagini sulle elezioni

Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani. Secondo l’impostazione accusatoria dalle indagini sarebbe emerso un “collaudato accordo illecito” e che “chi accettava” avrebbe dovuto “consegnare copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per un preciso conteggio dei voti sezione per sezione. La verifica veniva effettuata nel corso delle operazioni di spoglio dove vari ‘gregari‘ degli organizzatori – che stazionavano stabilmente nei pressi delle sezioni loro assegnate – verificavano se le persone si fossero effettivamente recate al voto nonché, all’atto dello spoglio, controllavano l’effettiva corrispondenza dei voti ‘acquistati‘”.

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