Bari, nuovo caso sulla foto di Decaro con due donne Capriati: “Estranee al clan, quereliamo”

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Poche parole, un aneddoto del passato: breccia che sdrucciola e travolge tutto e diventa una valanga. Anche chi non c’entra niente. L’ultima puntata del caso Decaro-Emiliano esploso a Bari – la città sulla quale dalla settimana scorsa si è allungata l’ombra dello scioglimento per infiltrazioni mafiose, dopo le dichiarazioni del governatore della Puglia alla manifestazione di solidarietà dell’attuale sindaco – si è sviluppata intorno a una foto. Un selfie in cui l’attuale sindaco compare con due donne, parenti dei Capriati ma incensurate e che a questo punto hanno deciso di querelare i quotidiani che hanno pubblicato le loro foto, tratte dai social.

“Andai a dirle – le parole di Emiliano che hanno fatto esplodere – che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido”. Decaro aveva subito smentito il suo predecessore. “Emiliano non ricorda bene”, ha detto su quell’aneddoto. “È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella”.

Le due donne della nuova foto sono Isabella Capriati, sorella del capoclan di Bari Vecchia Antonio Capriati, e Annalisa Milzi, figlia di Isabella Capriati. Entrambe incensurate. Capriati è un cognome pesante, del clan considerato storicamente attivo nel centro storico del capoluogo pugliese. A pubblicare la fotografia sono stati i quotidiani La Verità – “La foto della trattativa Pd-Mafia” – e Il Giornale. Lo scatto risalirebbe a quasi un anno fa, a maggio 2023, postato sui social da un membro della famiglia Capriati. Già ieri sera Emanuella Capriati detta Lina, sorella del boss Tonino Capriati, incensurata, era comparsa in un’intervista del Tg1 e smentiva qualsiasi incontro con il sindaco Decaro.

Il commento di Decaro sulla foto

“Stamattina mi sono svegliato e ho trovato la mia faccia su alcuni giornali nazionali accostati al termine mafia – ha detto in una diretta sui social Decaro – , mi sono chiesto chi fossero le due donne nella foto e ho contattato le persone con cui ho lavorato sull’antimafia sociale e sul contrasto alla criminalità organizzata. L’ex comandante dei carabinieri di Bari Vecchia e poi l’ex dirigente della polizia di Stato e abbiamo avuto difficoltà a capire chi fossero. Ho chiamato quindi il parroco della cattedrale e abbiamo capito che sono due parenti del boss Capriati ma non hanno nulla a che fare con il resto della famiglia”.

“A me – ha continuato Decaro – è dispiaciuto finire in una foto dove vengo accostato alla mafia ma immagino anche la difficoltà di queste persone che non c’entrano nulla. Don Franco mi ha detto che una signora ha sposato un uomo con il quale gestisce un negozio, la figlia della signora invece ha sposato uno scrittore e insieme frequentano la parrocchia. A me dispiace ma io ho le spalle larghe, queste due persone non c’entrano nulla. Non vedo perché si debbano ritrovare in una foto solo perché hanno chiesto al sindaco di fare una foto davanti a loro negozio, come mi capita ogni giorno decide di volte”.

Le querele per la foto con Decaro

“Non è possibile fare una foto, un selfie, mi dica lei? Mi dica se è normale. Io devo fare una querela adesso, non dovevano permettersi di usare la mia foto senza alcun consenso”, ha dichiarato Milzi in un’intervista al TG1. L’occasione di quello scatto era la festa di San Nicola, a maggio 2023. “Chiesi al sindaco: è possibile fare una foto? E lui rispose: assolutamente sì. Che c’entra ora associare altro”. E a Repubblica hanno ribadito: “Ma come si sono permessi di prendere una foto dal mio profilo hanno violato la mia dignità. Anche mio figlio, calciatore che è in Liguria per un torneo, mi ha chiamato perché mi ha visto in tv. Noi siamo persone per bene, fra i Capriati ci sono 11 figli. Cosa vogliono insinuare?”.

Hanno ricordato com’è nata quella foto: “Passava di qui con la scorta e gli abbiamo chiesto uno scatto, così come noi facciamo con altri e così come lui fa con tutti, perché è una persona del popolo”. Si legge tra i commenti alla foto diventata virale il commento di Vincent Capriati, nipote del boss Tonino: “Roba nostra”. Un commento che ha dato adito ad altre congetture. Un’altra donna già intervenuta ai microfoni del TG1 a Bari Vecchia con Lina Capriati aveva dichiarato: “Chi ha sbagliato sta pagando e ha pagato, ma alla nuova generazione volete dare un futuro? I figli nostri possono partecipare ai concorsi? Per il cognome non li accettano, se li accettano vengono indagati, è questo il problema”.

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