Dov’è sepolto Platone: le ultime scoperte nei papiri di Ercolano grazie all’intelligenza artificiale

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È anche grazie all’intelligenza artificiale se si è capito dalle ultime decifrazioni dei papiri di Ercolano che Platone sarebbe sepolto nell’Accademia Ateniese, nel giardino riservato destinato alla scuola platonica. A rivelare questa e altre scoperte, dopo la prima fase del progetto quinquennale di ricerca “GreekSchools” condotto col Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stato il papirologo Graziano Ranocchia alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Scoperte possibili grazie alla combinazione di due tecniche innovative: la tomografia a coerenza ottica e l’imaging iper spettrale a infrarossi.

I papiri sono quelli di Filodemo di Gadara, conservati nella Villa dei Pisoni di Ercolano. Oltre alla scoperta di dieci nuovi frammenti di papiro di media grandezza, è stato recuperato il 30% in più di testo anche da un papiro bruciato dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C.. Grazie alle analisi ai raggi X e alle scansioni guidate dall’intelligenza artificiale. Dei quattro papiri scansionati, finora è stato decrittato soltanto il 5% di uno. La scoperta sul luogo di sepoltura di Platone arriva dalle mille parole nuove o lette diversamente dal papiro che riporta la Storia dell’Accademia di Filodemo di Gadara.

Le scoperte su Platone dai papiri di Ercolano

Secondo le nuove decifrazioni Platone venne venduto come schiavo sull’isola di Egina già forse nel 404 a.C., e non nel 387 a. C. come ritenuto finora, quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. L’Accademia ateniese è vicina al Museion o Sacello sacro alle Muse. Altre scoperte: un nuovo quadro delle circostanze della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico, corretto il nome di Filone di Larissa in Filione.

Lo studio sui papiri di Ercolano

“Si tratta di un salto di qualità enorme, anche se lo studio è solo alle battute iniziali: l’impatto reale sul piano delle conoscenze lo vedremo solo nei prossimi anni”, ha dichiarato il papirologo Ranocchia, dell’Università di Pisa. “Gli strati multipli rappresentano un problema drammatico perla lettura di quasi tutti i rotoli che sono stati svolti, all’incirca 1.560 sui 1.840 totali sopravvissuti all’eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.. Queste gravi stratificazioni stravolgono buona parte dei testi rendendone impossibile l’edizione. Poter finalmente individuare questi strati e ricollocarli virtualmente nella loro posizione originaria per ripristinare la continuità del testo significa raccogliere una quantità di informazioni enorme rispetto al passato”.

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