Elio Germano: “Influencer? All’apice si accorgono di aver perso tutta la vita in una cosa inutile”

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Elio Germano ha rilasciato una lunga intervista, piena di spunti notevoli sulla tecnologia oltre che sul cinema, al settimanale del Corriere della Sera Sette in occasione della prossima uscita di Confidenza, il film di Daniele Luchetti ispirato all’omonimo romanzo di Domenico Starnone in cui interpreta il professor Pietro Vella. Sarà dal 24 aprile al cinema. È il quarto film che l’attore gira con Luchetti. Con la sua interpretazione in La nostra vita vinse il premio di miglior attore a Cannes nel 2010 e al miglior attore protagonista ai David di Donatello nel 2011, dopo che nel 2007 lo aveva vinto con Mio fratello è figlio unico. Germano respinge l’ennesimo parallelo con Gian Maria Volonté.

“L’intento di questo film è indagare le zone oscure, gli ambienti intimi di una persona, non elaborando tesi ma semplicemente affacciandosi sui dati inquietanti che ci sono nella vita di tutti noi”. Germano rivendica di “preferire ai social i centri sociali” e definisce “una fortuna” il fatto che il film sia stato ambientato in un’epoca precedente a quella dei telefonini, degli smartphone. E definisce la società attuale come completamente deformativa. “Un posto in cui ti senti sempre inadeguato, esposto al giudizio degli altri: cosa sono i social se non questo? Hanno esplicitato quel che avviene nella società, nella vita intima delle persone”.

I social e i bambini

Non è per il proibizionismo ma “bisognerebbe fare delle leggi ascoltando l’Oms, che dice che i bambini non vanno esposti ai telefonini. Bisognerebbe indignarsi quando persone per farsi gli affari loro al ristorante piazzano un cellulare davanti a un bambino di 5 o 6 anni. Non so qual è l’età limite ma so che l’Oms parla di danni irreversibili a un bambino e mi piacerebbe che una volta tanto, su esseri umani così fragili, il mercato facesse un passo indietro di fronte alla salute. Parliamo del nostro futuro: per evitare di avere una generazione di lobotomizzati che non riesce a mantenere l’attenzione per più di 10 secondi, sarebbe bene comportarci di conseguenza”.

Gli influencer e il successo

“Il momento in cui le cose vanno in crisi è il momento in cui si cresce. E noi siamo abbastanza alla frutta … – continua ancora Germano – Vedo che i cosiddetti influencer, quelli che ce l’hanno fatta e arrivano alla posizione apicale dell’essere invidiati da tutti, si rendono conto che hanno perso tutta la vita a fare una cosa inutile, che non li ha riempiti se non di infelicità e di preoccupazioni”. Avevamo approfondito il tema del cosiddetto sharenting in una rubrica dedicata sul sito web de L’Unità.

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