Il teorema dei Pm su Dell’Utri: “Pagato per non auto-accusarsi”

RMAG news

È la giustizia, bellezza! I pm di Firenze da un lato accusano Marcello Dell’Utri di aver ordinato le stragi di mafia insieme a Silvio Berlusconi tra l’altro con un movente che non è stato mai fin qui indicato concretamente.

Dall’altro lato accusano Dell’Utri di aver taciuto sulle responsabilità di quegli eccidi in cambio di soldi ricevuti dal Cavaliere che avrebbe pagato per un debito di riconoscenza per il silenzio protratto per anni a fronte delle indagini.

Per questi soldi non dichiarati dall’ex manager di Pubblitalia, in violazione delle norme antimafia come condannato per concorso esterno, la procura del capoluogo toscano ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il processo aggiungendo anche un altro reato, intestazione fittizia di beni che vede così indagata anche la moglie di Dell’Utri Miranda Ratti.

Ci sarebbe stata la mancata comunicazione delle variazioni patrimoniali nonostante la condanna per associazione mafiosa. Questo aveva portato al sequestro di 10,8 milioni di euro versati da Berlusconi alla signora al fine di eludere la legge in materia di misure di prevenzione.

La Direzione investigativa antimafia aveva definito quei soldi “un riconoscimento anche morale per aver pagato un prezzo connesso alla carcerazione subita”.

I difensori di Dell’Utri hanno spesso fatto notare che si tratta di bonifici effettuati in maniera del tutto lecita e trasparente da Berlusconi per ragioni di affetto e gratitudine verso l’amico in relazione a fatti noti.

I fatti sono quelli relativi alle stragi di mafia sui quali hanno indagato diverse procure a caccia dei mandanti esterni delle bombe. Tutte indagini già archiviate in Sicilia e poi ripartite a Firenze. Una sorta di giro d’Italia in cerca di fantasmi.

Il problema è che appare destinata all’archiviazione pure l’attività investigativa fiorentina, per cui la procura non sapendo come giustificare tutta questa attività si aggrappa ai soldi dati da Berlusconi a Dell’Utri. Non certo gli unici elargiti nel corso di una amicizia durata una vita.

Ma la chiusura indagini sui quattrini e la successiva richiesta di processo serve al tentativo con la scusa di tenere sotto scopa Dell’Utri, di continuare a processare Silvio Berlusconi anche da morto.

Va ricordato che sul tavolo c’è ancora la storia del gelataio Baiardo e della foto molto presunta che avrebbe ritratto il Cavaliere con il boss Graviano e il generale Delfino.

Infine non è chiuso ancora definitivamente il filone milanese Rubyter perché pende in Cassazione il ricorso della procura contro le assoluzioni delle ragazze frequentatrici delle cene di Arcore.

L’udienza del 20 marzo scorso era slittata con rinvio a nuovo ruolo. Prima dell’estate dovrebbe esserci l’ultima puntata. Le ragazze erano state sentite come testimoni e non come indagare in violazione dei loro diritti. Sembrerebbe un ricorso senza speranze ma… non si sa mai.

 

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