Dentro questo declino irreversibile della democrazia rappresentativa, della sua separatezza dal mondo reale, anche se ho tanti amici, fratelli e sorelle anche lì dentro, e tantissime teorie da rispettare, non mi viene naturale pensare alle elezioni come ad un appuntamento importante, di quelli che non si possono mancare.
Ma oggi, al netto di tutto, una notizia mi ha provocato un sussulto interiore, tra il sorriso e l’urlo, come quando batti il cinque con un amico. La decisione da parte di AVS di candidare Ilaria Salis. Sono contento, e senza che mi serva nessun altro discorso politico, strategico, tattico o di prospettiva di fase.
Sono contento perché se votando, una persona per bene, onesta e coraggiosa, viene liberata dal carcere, beh, a me basta. Mi pare un gesto nobile averla candidata, di quella nobiltà di un tempo, oggi merce rara. Per me non servono altri discorsi, né altri programmi.
Andrò a votare con la speranza che Ilaria Salis diventi deputata europea e dunque venga fatta fuggire da quel carcere osceno, come anche i nostri lo sono. Una volta si discuteva dell’uso proletario del del sindacato, del partito.
Lasciatemi dire, che bello l’uso umano del voto, esercitato per liberare da un carcere. Tanto mi basta. Anzi, è una insperata gioia.
