Caso Bari, così i Pm azzannano la politica con i loro teoremi

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Quando i rapporti tra magistratura e politici sono in fase di tempesta, dai test psicoattitudinali alle intercettazioni dalla sempre presente separazione delle carriere alle “pagelle” come di questi tempi, si arresta quando se ne potrebbe anche fare a meno. L’arresto per voto di scambio poi non può non destare perplessità. Il voto è in sé uno scambio, anche senza riandare ai tempi del comandante Achille Lauro che il portiere del suo palazzo salutò dicendo: “O comandante se n’è iuto arriva l’ora dei mediocri”.

Succede a Bari dove il gip che ha firmato gli arresti scrive di “sistema politico elettorale clientelare”. Anita Maurodinoia assessore regionale ai trasporti indagata e perquisita per corruzione elettorale si è dimessa. Tra gli arrestati ai domiciliari c’è suo marito, Sandro Cataldo. Così anche il sindaco di Triggiano Antonio Donatello. La presunta compravendita di voti sarebbe relativa alle elezioni dell’ottobre di tre anni fa nel comune di Triggiano.

Voti venduti per 50 euro dice l’accusa. L’indagine fu avviata dopo la scoperta il 6 ottobre del 2021 in un cassonetto per l’immondizia di frammenti di fotocopie di documenti di identità e codici fiscali. Gli indagati sono una decina, uno in carcere, cinque ai domiciliari e due divieti di dimora nel comune di Triggiano. I provvedimenti parlano di un “collaudato accordo illecito” che aveva come obiettivo la rielezione del sindaco e di due consiglieri comunali.

Le preferenze sarebbero state condizionate anche in cambio di 50 euro. Chi accettava i soldi doveva consegnare la carta di identità e la tessera elettorale al fine di consentire il conteggio dei voti sezione per sezione. Avrebbero operato al riguardo diversi “gregari” degli organizzatori che stavano vicino alle sezioni, verificando che le persone andassero effettivamente a votare in modo da controllare la corrispondenza dei voti “comprati”. Nel cassonetto erano stati trovati anche fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale. Scrive il gip: “Le dinamiche relative agli illeciti trovano riscontro nelle indagini di altri procedimenti in ordine a altre tornate elettorali in diversi territori a conferma di un sistema clientelare e di una macchina organizzativa che si attiva in occasione di ogni appuntamento con le urne”.

Il sistema sarebbe stato escogitato da Sandro Cataldo. Il sindaco di Bari Antonio De Caro si dice “non sorpreso. Io avevo fatto tre denunce circostanziate. Due di quelle erano persone che votavano per me, per liste legate al mio nome. Sono fenomeni che dobbiamo attenzionare tutti, soprattutto le forze politiche, gli amministratori. Non ho mai detto che Bari sia una città sicura, ci sono 4 organizzazioni criminali. Ma è cambiata, una volta non si poteva entrare a Bari vecchia”.

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