Così Giuseppe Conte ha liquidato Ilaria Salis, il leader dei 5 Stelle scarica l’italiana reclusa in Ungheria

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Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in una intervista al Foglio spiega cosa avrebbe fatto con il caso Ilaria Salis: “Sicuramente non ne avrei fatto un simbolo e lo dico a sua tutela, perché non essendo Ilaria Salis un caso Tortora rischiamo di alimentare la reazione dell’Ungheria. Questa vicenda della candidatura mancata ha riflessi negativi”.

Potrebbe accanirsi l’Ungheria:C’è un rischio di alimentare la reazione degli ungheresi. Chiedono punizioni esemplari anche perché ispirate a motivazioni politiche”. “Mi preoccupano – continua – questi giochi della politica su un caso giudiziario. Sono giochi che non lasciano presagire nulla di buono per la diretta interessata”.

Lo hanno colpito le parole del padre di Ilaria: “Noi del M5s abbiamo da subito rispettato le indicazioni del babbo che invitava a non strumentalizzare il caso sul piano politico”. E del caso Salis ha parlato anche il portavoce capo della Commissione europea rispondendo a una domanda: “Le misure giudiziarie sono un affare degli Stati membri ma c’è un principio di proporzionalità che va sempre rispettato” .

Parole che non sembrano in grado di smuovere il governo ungherese che sempre ieri attraverso il portavoce Zoltan Kovacs ha ribadito con parole più colorite un concetto già più volte espresso: “Ilaria Salis non è un’eroina. Lei e i suoi compagni sono venuti n Ungheria a hanno commesso aggressioni barbare e premeditate contro cittadini ungheresi. Questi sono i fatti. Tutto il resto è una mera invenzione politica e noi difenderemo la reputazione e l’integrità della nostra magistratura, non importa quanto la sinistra gridi ‘al lupo’”.

La situazione è cristallizzata. L’attesa per ora è concentrata sulla decisione sul ricorso presentato dall’avvocato di Budapest contro la negazione degli arresti domiciliari. Ma al riguardo non può esserci molto ottimismo, considerando i toni del governo ungherese.

La prossima udienza è fissata al 24 maggio, l’istruttoria dibattimentale è in ritardo. Il processo di primo grado non finirà prima dell’inizio del 2025. Poi ci vorranno almeno tre mesi per quello di appello.

Il direttivo della Camera Penale di Milano ha espresso solidarietà all’avvocato Eugenio Losco e agli altri legali di Ilaria Salis per le minacce ricevute in Tribunale in occasione dell’udienza del 28 marzo da parte di estremisti di destra. I penalisti ribadiscono le critiche alle condizioni di detenzione della donna e a ceppi, catene e guinzaglio utilizzati nel processo.

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