Fragili, 40enni e in attesa di giudizio: chi sono le 100 vittime del carcere in due anni che lo Stato dimentica

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Il 2024 sarà probabilmente il nuovo anno dei tristi record per le carceri italiane. Tra inizio gennaio e metà aprile sono stati 30 i suicidi accertati, uno ogni 3 giorni e mezzo. Nel 2022, quando poi a fine anno furono 85 (il numero più alto mai registrato finora), se ne erano registrati 20 nello stesso arco temporale. Se il trend del 2024 dovesse continuare a questo ritmo a fine anno il numero delle persone che si è tolta la vita in cella arriverà ad essere ancora più alto. Guardando agli ultimi trent’anni, solo una volta si è andati vicini a questa cifra con 69 suicidi nel 2001. Ma negli ultimi due anni i numeri raccontano una strage che però continua nel silenzio assordante della politica. L’ultimo report di Antigone dal titolo “Nodo alla gola” cristallizza con i dati la tragedia di questa strage. Per capire l’entità del dramma riportiamo di seguito i numeri più allarmanti del report.

“Nodo alla gola. Emergenza suicidi in carcere”: il report di Antigone

Disaggregando per genere il tasso di suicidi del 2023, vediamo come il tasso relativo alle donne (con 4 suicidi per una popolazione detenuta media di 2.493 persone) sia sensibilmente superiore a quello relativo agli uomini. Il primo si attesta a 16 casi ogni 10.000 persone, il secondo a 11,8. Disaggregando invece il tasso per nazionalità, vediamo come l’incidenza dei suicidi sia maggiore tra le persone di origine straniera (28 suicidi per una popolazione detenuta media di 18.185), con un tasso pari a 15 casi ogni 10.000 persone, rispetto a un tasso pari 10,5 tra gli italiani. Sommando i suicidi avvenuti nel 2023 con quelli avvenuti nei primi mesi del 2024 si arriva a contare cento casi in totale. Tramite fonti di stampa è possibile riportare alcuni dati per capire chi erano queste persone, dove e quando si sono tolte la vita. Ovviamente ogni caso di suicidio ha una storia a sé, fatta di personali sofferenze e fragilità, ma quando i numeri iniziano a diventare così alti non si può non guardarli con un’ottica di insieme.

In carcere ci si leva la vita ben 18 volte in più rispetto alla società esterna

A riprova della natura strutturale del fenomeno è il confronto con quanto accade fuori dagli Istituti di pena. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’OMS 2 , il tasso di suicidio in Italia nel 2019 era pari a 0,67 casi ogni 10.000 persone. Nello stesso anno, il tasso di suicidi in carcere era pari a 8,7 ogni 10.000 persone detenute. Mettendo in relazione l’ultimo dato disponibile relativo alla popolazione detenuta (tasso di suicidi pari a 12 nel 2023) con quello della popolazione libera (tasso di suicidi pari a 0,67 nel 2019) 3 vediamo l’enorme differenza tra i due fenomeni: in carcere ci si leva la vita ben 18 volte in più rispetto alla società esterna.

Dalle biografie di queste persone emergono in molti casi situazioni di grande marginalità. Molte le persone giovani e giovanissime, molte le persone di origine straniera. Molte anche le situazioni di presunte o accertate patologie psichiatriche. Alcune provenivano da passati di tossicodipendenza, altre erano persone senza fissa dimora.

Genere

Delle 100 persone che si sono tolte la vita in carcere, 5 erano donne. Un numero particolarmente alto se consideriamo che la percentuale della popolazione detenuta femminile rappresenta solo il 4,3% del totale. Nell’estate del 2023 tre donne si sono tolte la vita all’interno della sezione femminile della Casa Circondariale di Torino. A dicembre la quarta donna nella Casa Circondariale di Trento. A marzo 2024 la quinta donna, la prima dell’anno, all’interno della Casa Circondariale di Bologna.

Età

L’età media delle persone che si sono tolte la vita è di 40 anni. La fascia più rappresentata è quella tra i 30 e i 39 anni, con 33 casi di suicidi. Segue quella tra i 40 e i 49 anni, con 27 casi. Vi è poi la fascia dei più giovani, con 17 suicidi commessi da ragazzi con età comprese tra i 20 e i 29 anni, e la fascia di persone tra i 50 e i 59 anni, anch’essa con 17 suicidi. Chiudono i 5 casi di persone tra i 60 e i 69 anni. Il più giovane in assoluto era un ragazzo detenuto nella Casa Circondariale di Teramo solo da pochi giorni. Si è tolto la vita il 13 marzo 2024, nel giorno del suo ventunesimo compleanno. Il più anziano era un uomo di 66 anni detenuto, da meno di un mese, nella Casa Circondariale di Imperia

Nazionalità

Le persone di origine straniera erano 42. Tenendo conto che la percentuale di stranieri in carcere è ad oggi leggermente inferiore a un terzo della popolazione detenuta totale (31,3%), ciò implica che il tasso di suicidi è significativamente maggiore nelle persone detenute di origine straniera rispetto agli italiani. Per quanto riguarda le aree geografiche, 19 persone provenivano dal Nord Africa (10 Marocco, 5 Tunisia, 3 Egitto, 1 Libia); 13 dall’Europa orientale (4 Ucraina, 2 Albania, 2 Romania, 1 Bosnia, 1 Macedonia, 1 Moldavia, 1 Russia, 1 Slovacchia); 3 dall’Asia centrale e meridionale (1 Afghanistan, 1 Bangladesh, 1 India); e 3 dal Sud America (1 Brasile, 1 Ecuador, 1 Peru).

Disagio psichico, dipendenze e situazioni di marginalità

Oltre ai dati anagrafici, da alcuni articoli che raccontano i tragici epiloghi di queste persone è possibile raccogliere informazioni relative a trascorsi di vita e a patologie sofferte. Si tratta di un terreno delicato, in cui, in assenza di maggiori strumenti di verifica, l’utilizzo del condizionale è d’obbligo. Dai dati a disposizione, sembrerebbe, dunque, che almeno 22 delle 100 persone decedute soffrissero di patologie psichiatriche. Almeno 12 pare avessero già provato a togliersi la vita in altre occasioni. Emergono almeno 7 persone con un passato di tossicodipendenza. Erano invece almeno 6 le persone senza fissa dimora.

Il momento

Non è facile reperire notizie relative alla posizione giuridica o al residuo pena di tutte le persone. Sempre da fonti di stampa, emerge come molte siano le persone toltesi la vita in carcere ancora in attesa di giudizio. Tra queste, sono almeno 28 le storie di suicidi avvenuti dopo brevi se non brevissimi periodi di detenzione. Alcune persone si trovavano in carcere da qualche mese, altre da qualche settimana. Almeno 9 erano entrate solo da una manciata di giorni. Oltre a chi era da poco in carcere, diversi sono stati i suicidi di persone che si trovavano invece in procinto di lasciarlo. Se ne contano almeno 14 con una pena residua breve o prossime a richiedere una misura alternativa. Ad alcune di loro mancavano solo pochi mesi per rientrare in società. Per quanto riguarda i periodi dell’anno in cui sono avvenuti il maggior numero di suicidi, nel 2023 il picco è stato registrato nel mese di maggio con 9 suicidi (uno ogni 3,4 giorni). Il 2024 è iniziato con numeri drammatici, registrando 12 suicidi solo nel mese di gennaio (uno ogni 2,6 giorni).

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