Stellantis, le critiche del ministro Urso e della Cisl

Stellantis, le critiche del ministro Urso e della Cisl

Il Quotidiano del Sud
Stellantis, le critiche del ministro Urso e della Cisl

LA TREGUA estiva è finita e sul futuro di Stellantis tornano ad addensarsi pesanti nubi (soprattutto dopo la pioggia di licenziamenti annunciata in Usa, per cui i sindacati hanno minacciato uno sciopero generale): ieri è arrivata la dura presa di posizione della Cisl e del Governo, per voce del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Melfi, Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Cassino: serve una risposta.

Su Stellantis ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, intervenendo aL Meeting di Rimini «al Governo chiedo di accelerare perché non sono più tollerabili incertezza e silenzio. Mentre il medico studia, il malato rischia di morire. Bisogna subito firmare l’accordo trilaterale che ci aveva garantito Stellantis e anche il Governo». Sbarra ha auspicato «nelle prossime giornate qualche segnale preciso dalla multinazionale. Tirare troppo la corda è pericoloso. Abbiamo tutti gli stabilimenti italiani in sofferenza». Il numero uno della Cisl ha ricordato che «c’è paura, insicurezza, a Melfi dove Stellantis ha annunciato cinque nuovi modelli, ma servono ulteriori due anni di cassa integrazione. E nei primi mesi del 2025 la cassa integrazione cesserà per gli occupati diretti e dell’indotto. C’è il rischio di perdere quasi 25.000 posti di lavoro. C’è sofferenza a Melfi, paura a Mirafiori, difficoltà a Pomigliano. C’è paura a Cassino. Hanno prima venduto Marelli, oggi Comau. Stellantis e suoi manager farebbero bene a presentare in maniera chiara un progetto di visione industriale per gli stabilimenti italiani. Ci devono dire quali investimenti, quali modelli e quali garanzie sulla capacità produttiva e sulla salvaguardia dell’occupazione» hanno in mente. «La novità che abbiamo come Cisl – ha proseguito Sbarra – è che nel primo semestre del 2024 la produzione di veicoli del gruppo Stellantis si è ridotta del 25% rispetto al 2023».

Il segretario generale della Cisl, a margine del Meeting di Rimini, non ha usato mezze parole per dire che «è venuto il tempo che Stellantis indichi chiaramente quali investimenti, quali nuovi modelli, quali garanzie sotto il profilo produttivo e occupazionale vuole dare. Stellantis è chiamato a dare risposte e il governo non può pensare di fare la finta o la figura del Ponzio Pilato», ha poi detto il segretario della Cisl, Luigi Sbarra. «Una parte importante della prospettiva industriale e produttiva nel nostro Paese noi ce la giochiamo sul mantenimento e sulla salvaguardia del settore dell’automotive – ha aggiunto Sbarra – Non abbiamo preclusioni circa la possibile idea che in Italia si avvicini un secondo produttore, cinese, giapponese: chiunque arrivi, sicuramente porterà produzione. Ci aiuterà con qualche migliaio di nuovi occupati, ma Stellantis e l’indotto muovono circa 70mila posti di lavoro». «Ecco perché – ha concluso il segretario generale Cisl – la multinazionale e lo stesso governo devono accelerare e dare seguito ad un impegno che hanno assunto con le organizzazioni sindacali, quello di firmare un protocollo d’intesa con impegni veri su investimenti e tutela dell’occupazione».

Ma una spallata pesante al colosso automobilistico è arrivata anche dal Governo. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto anche lui come il segretario della Cisl al Meeting di Rimini ha detto che «il governo ha fatto la sua parte Stellantis no, questa è la situazione attuale. E’ Stellantis che deve dare le risposte e anche a breve». «E deve rispondere» ha aggiunto «se a breve ad esempio non ci risponde sulla gigafactory a Termoli le risorse, che sono del Pnrr, le daremo ad altri. Non possiamo perdere le risorse del Pnrr perchè Stellantis non ci risponde». Risposte, ha proseguito, «per raggiungere l’obiettivo di un milione di auto che Tavares stesso ha detto. Sono loro che devono rispondere». Nel frattempo però sono già sbarcate in Europa le prime vetture Leapmotor, marchio cinese di cui Stellantis ha acquisito il 20% con un investimento di 1,5 miliardi. Si tratta di due modelli, un Suv ed una citycar a zero emissioni destinati al mercato europeo. La produzione di vetture Leapmotor fuori dalla Cina dovrebbe avvenire nello stabilimento del gruppo a Tychy, in Polonia (dove vedono la luce già Fiat 600, Jeep Avenger e Alfa Romeo Junior). Una vicenda, questa, che d’un tratto ha fatto sembrare obsoleta la strategia del Mimit sul nuovo sistema di sussidi per stimolare la produzione italiana, presentato il 7 agosto dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che andrà a premiare le aziende che utilizzano componentistica europea.

Il ministro Urso ieri ha ripreso anche il vecchio discorso di un eventuale ingresso dello Stato nel capitale di Stellantis, che «è un tema di quattro anni fa. I problemi vanno affrontati quando si manifestano. Quattro anni fa, quando fu presentato il progetto Stellantis, anche ai fini dell’esercizio della golden power, si sarebbero potute porre le condizioni», ha detto il ministro nel corso di una conferenza stampa al Meeting di Rimini. «Il governo di allora se ne lavò le mani, come Ponzio Pilato – ha aggiunto Urso -. Ora noi stiamo recuperando rispetto a quella posizione e questo riguarda anche Comau (società italiana, parte del gruppo Stellantis, specializzata nell’automazione industriale, ndr). Noi facciamo le cose con il materiale che abbiamo, il buon senso pratico di colui che sa che deve tutelare l’interesse nazionale ed è quello che faremo». «Il compenso dei manager dovrebbe essere commisurato non soltanto ai dividendi degli azionisti, ma anche alla sostenibilità sociale del Paese, agli occupati che realizza», ha poi attaccato il ministro tornando sulla questione del compenso dell’ad di Stellantis, Carlos Tavares. «Ho detto che tocca a Stellantis assumersi la responsabilità sociale e di rilanciare il settore. Aspettiamo risposte da troppo tempo», ha infine detto ancora.

Le risposte del gruppo sono attese sicuramente anche a Melfi. Il rapporto Fim Cisl 2024, ha infatti individuato proprio a Melfi un dato produttivo sul primo trimestre rispetto all’anno precedente abbastanza critico. Si parla infatti del -50,7%. In termini di volumi, secondo il rapporto, quello di Melfi è lo stabilimento che ha perso la maggiore quantità di auto in Italia, con 25.770 unità in meno rispetto al primo trimestre 2023. Numeri che, se rapportati al periodo pre-covid, cioè al primo trimestre 2019, mostrano come la perdita sia ancora più pesante: -41.819 auto (-62%). Nell’ultimo mese Stellantis avrebbe comunicato che intende licenziare 2.450 operai dello stabilimento di assemblaggio Warren Truck, alle porte di Detroit, dato che la casa automobilistica terminerà la produzione del Ram 1500 Classic. Sempre a inizio agosto il gruppo ha confermato un nuovo piano di esodi volontari, l’ultima di una serie di misure di riduzione dei costi che l’ad Tavares sta attuando in Usa dopo la brutta semestrale di luglio.

In serata però è arrivata la risposta del Gruppo ad Urso e alla Cisl: Stellantis «rimane concentrata sull’esecuzione del piano per l’Italia per i prossimi anni, già comunicato ai partner sindacali, che include progetti importanti come quello per Mirafiori 2030». Così in una dichiarazione Stellantis. «Il nostro obiettivo – prosegue Stellantis nella nota – è quello di lavorare insieme a tutte le parti interessate per affrontare i principali impatti dell’elettrificazione e della crescente concorrenza nel contesto di un mercato europeo che è ben al di sotto dei livelli pre-pandemia e che non consentirà alla produzione di tornare a crescere immediatamente come la nostra industria sta affrontando a livello globale in Europa». Poi, la bordata al Governo: «È essenziale che tutti gli attori della catena del valore – compreso il Governo – contribuiscano a creare le giuste condizioni per la competitività, la dinamica del mercato e anche per la tranquillità, indispensabili per realizzare la transizione epocale che la mobilità sta vivendo». Per quanto riguarda Acc per Termoli, «attualmente sta potenziando il progetto della Gigafactory, oltre a quella in Germania, al fine di introdurre una nuova tecnologia per la produzione di celle e moduli, in modo da essere in linea con l’evoluzione del mercato. Da parte di Stellantis, sono state prese diverse decisioni per aumentare il carico di lavoro dei componenti ibridi (motori ndr) a Termoli».

Infine vendite su Stellantis giù (-0,9%) ieri a Piazza Affari dopo l’uscita della Cisl e soprattutto del Ministro Urso che ha chiesto al gruppo impegni precisi e in tempi rapidi per gli investimenti nella gigafactory. Un argomento di cui sicuramente si tornerà a parlare.

Il Quotidiano del Sud.
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