Aung San Suu Kyi fuori dal carcere, la Premio Nobel alla pace trasferita ai domiciliari

RMAG news

Aung San Suu Kyi ha lasciato il carcere ed è stata trasferita agli arresti domiciliari. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Ap, non è chiaro se si tratta di una misura temporanea o di una vera riduzione della pena. L’ex leader e Premio Nobel per la pace è stata arrestata insieme con altri politici a lei vicini dopo il colpo di stato militare che si è consumato nel febbraio del 2021 in Myanmar. Ha accumulato condanne fino a 33 anni di carcere, dai quali sono stati espunti sei dopo una parziale grazia concessa dalla giunta militare

Un portavoce delle autorità militari del Paese ha affermato che ai prigionieri più anziani vengono fornite “le cure necessarie” durante i periodi di caldo. Una scelta optata non solo per Aung San Suu Kyi ma “per tutti coloro che hanno bisogno di precauzioni particolari, in particolare i prigionieri anziani”. La giunta militare ha concesso recentemente un’amnistia a oltre 3.300 detenuti in occasione del Capodanno birmano. Gli altri detenuti beneficeranno di una riduzione di un sesto della pena, fatta eccezione per i condannati per omicidio, terrorismo e traffico di droga.

Chi è Aung San Suu Kyi

Aung Suu Kyi è la leader della Lega Nazionale per la democrazia (NLD). Si hanno pochissime informazioni sulle sue condizioni di salute da quando è stata arrestata. Ha 78 anni e al momento del colpo di stato era a capo del partito che aveva la maggioranza nel parlamento, era perciò considerata di fatto la leader del Paese. Ha vinto il premio Nobel per la Pace nel 1991, “per la sua lotta non violenta per la democrazia e i diritti umani” secondo la motivazione. La scelta del Comitato norvegese è arrivata dopo anni di vita attiva in politica.

Attivista e leader nonviolenta ai tempi della dittatura militare instaurata con il colpo di stato del 1963, Aung Suu Kyi è stata a capo dell’opposizione dopo la liberazione nel 2010 e vincitrice con il suo partito delle prime elezioni libere in 25 anni, nel 2015. Nonostante la sua allure, anche a livello internazionale, l’ex Premio Nobel aveva in parte deluso le aspettative che erano state riposte su di lei. Il processo di democratizzazione si era impantanato, la stampa non era diventata più libera anzi aveva subito altri gravi minacce.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *